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Cinema | Il canto dei nuovi emigranti. La poesia di Franco Costabile | (seconde) VISIONI

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venerdì 29 maggio
ore 18 e ore 21, sala Poli

Il canto dei nuovi emigranti. La poesia di Franco Costabile

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Regia: Arturo LavoratoFelice D’Agostino
Anno di produzione: 2005
Durata: 54’
Tipologia: documentario
Genere: sociale
Paese: Italia
Produzione: Suttvuess; in collaborazione con Associazione Culturale “Cittanuova” di Cittanovassociazione Culturale “Amici della Casa della Cultura Leonida Repaci” di Palmi
Distributore: n.d.
Data di uscita: n.d.
Formato di ripresa: Super 8, DV Cam, 16mm, U-matic
Formato di proiezione: Betacam SP, colore
Titolo originale: Il Canto dei Nuovi Emigranti

– IL CANTO DEI NUOVI EMIGRANTI – La poesia di Franco Costabile

A 40 anni dalla morte di Franco Costabile, “Il Canto dei Nuovi Emigranti” (ispirato alla poesia omonima) racconta la storia collettiva di un popolo attraverso la vita e l’opera del poeta. L’aspra realtà calabrese, la diaspora dell’emigrazione, l’estraneità radicale delle istituzioni e degli uomini politici, il dolore umano di una condizione senza scampo sono i tratti dell’itinerario e della vicenda esistenziale di Franco Costabile, che si propongono come capitoli di una vicenda insieme familiare e sociale.

Ambientazione: Sambiase (CZ) / Roma
Il titolo del documentario riprende da un’omonima poesia di Franco Costabile, vincitrice del Premio Letterario Frascati. I testi presenti nel documentario sono “Il Canto dei Nuovi Emigranti” di Franco Costabile e “Con Questo Cuore Troppo Cantastorie” di Felice D’Agostino e Arturo Lavorato e ad altre poesie di Franco Costabile.
Le Interviste presenti nel film sono state realizzate nel 1985 da Francesco Adornato per la regia di Sandro Fusco.

precede “Rodolfo Sonego Diario australiano” (1970)

Ingresso 3,50 € – ridotto 2,50 € (under 25, over 65)

Giunge all’ultimo appuntamento il progetto del  Centro Studi Sereno Regis per la diffusione del cinema documentario d’autore, dal titolo “(seconde) Visioni”. Ideato e curato da Stefano Grossi, il primo ciclo di film avrà per tema e filo rosso – a legare tra di loro gli otto titoli – il “ritratto”.

Ritratti di persone note e meno note, ma tutte ugualmente interessanti da raccontare: da Luigi Pintor a Enzo Del Re, da Antoine d’Agata a Nico Cirasola, da Piero Ciampi a Franco Costabile, dai musicisti jazz dell’Italian Instabile Orchestra ai non vedenti protagonisti del film di Silvio Soldini e Giorgio Garini vincitore dell’ultimo David di Donatello per il cinema documentario.

In questa stessa linea, ogni film sarà accompagnato da un cortometraggio facente parte della serie dei Diari del Novecento realizzata dal curatore della rassegna, il regista e sceneggiatore Stefano Grossi. Ritratti (ancora una volta) di personaggi noti e meno noti del ventesimo secolo, tratteggiati sullo sfondo della grande Storia, a partire dalle pagine dei loro diari.

La novità di questo progetto sta nella completa condivisione degli obiettivi a tutti i livelli della realizzazione e della diffusione: autori, registi, produttori, distributori, curatori, esercenti, hanno deciso insieme, in nome della diffusione di una cultura indipendente, di condividere i rischi economici correlati alla proiezione dei film che la rassegna ha voluto raccogliere e offrire in (seconda) visione al pubblico.

Proprio nell’ambito del cinema documentario d’autore nasce il progetto compartecipativo qui presentato. L’idea fondante è la sostenibilità reciproca: così come la produzione di documentari d’autore va sostenuta e promossa, così anche la loro distribuzione va parimenti incoraggiata. Condividere rischi e positività permetterà a tutte le parti coinvolte di offrire alla cittadinanza opere importanti che troppo spesso scompaiono alla visione pubblica, proprio per l’oggettiva difficoltà di sostenerne le spese di proiezione.

La rassegna (seconde) Visioni vuole inoltre incoraggiare il rapporto diretto tra spettatori e autori: per questo è prevista la partecipazione alle proiezioni da parte degli autori (quando possibile dal vivo o altrimenti via skipe): permettendo in questo modo il dialogo diretto, il confronto, l’analisi in profondità delle opere presentate – e soprattutto il piacere di condividere delle idee.

 


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